francesco baracca

Francesco Baracca. Visita al museo dell’aviere rampante

Museo dell’Asso degli Assi. Storia di Francesco Baracca con il suo aereo. Figura chiave dell’Aviazione italiana

Gli antichi greci sostenevano che le persone care agli Dei morivano giovani. Un destino al quale non è sfuggito l’asso dei cieli; la storia che vi racconteremo oggi è quella di uomo che tutti conoscono con il nome di Francesco Baracca. Decorato con due medaglie di argento e una medaglia d’oro al valore militare con 34 abbattimenti  in 63 combattimenti è sicuramente l’Asso degli Assi

Il 17 maggio 1917 durante il primo conflitto mondiale nasce la 91° squadriglia, tutti piloti di valore scelti dalla 70° squadriglia caccia: la Squadra degli Assi

Avevano in dotazione i Nieuport, gli Spad S. VII e gli Spad S. XIII, Francesco Baracca ne era il comandante.  La squadriglia degli Assi riesce ad avere il dominio dei cieli rivelandosi determinante durante la battaglia sul Piave fermando l’avanzata del nemico sul Piave.

Aereo Francesco baracca
aereo di Francesco Baracca

Baracca Francesco

Due passioni: i cavalli e il volo aereo 

Facciamo un breve passo indietro, Francesco Baracca nasce a Lugo di Ravenna il 9 maggio 1888 da una ricca famiglia, è stato probabilmente il più grande aviatore italiano durante la Grande Guerra. Una volta terminati gli studi, ottiene la maturità anche se la sua grande passione sono i cavalli. Vince diversi concorsi e nel 1909 ottiene il grado di sottotenente dell’Arma di Cavalleria del Regio Esercito.

Francesco Baracca pilota

Nella storia e nella leggenda è entrato il Francesco Baracca pilota e aviatore. Nel 1912, folgorato, rimase fortemente colpito da un’esercitazione dell’aviazione a Roma, da lì la decisione di seguire un corso in Francia dove ottiene il brevetto militare per pilotare un aereo. Sin da subito furono molto chiare le sue capacità le sue grandissime potenzialità nel pilotare un velivolo, specialmente quelle impiegate in operazioni belliche.

Caro papà, mi sono accorto di aver avuto un’idea meravigliosa perché l’aviazione è progredita immensamente e io avrò un avvenire strepitoso.

Viene assegnato al corpo di caccia, da quei giorni inizia il cammino nel mito. Dal momento dello scoppio del primo conflitto bellico, Baracca entrò subito in azione. Sono famose le sue gesta, Il suo primo abbattimento venne effettuato sopra il cielo di Gorizia, quando costrinse a un atterraggio di fortuna un aereo di ricognizione austroungarico. Da quel momento i giornali dell’epoca iniziarono a riempire le loro pagine con le imprese del giovane pilota.

aereo di francesco baracca

In breve tempo conseguì numerose vittorie, diventando uno dei pochi assi dell’aviazione che memoria ricordi. Ottenne i gradi di capitano, si trasferì alla 91ª Squadriglia, parte del 10º Gruppo caccia dell’Aeronautica militare italiana. Conosciuta da tutti con l’appellativo di Squadriglia degli assi.

Che aereo pilotava Francesco Baracca?
Il famoso aereo SPAD XIII.

Pilota aereo Francesco Baracca

Tutte le storie, anche quelle degli eroi finiscono. Durante la battaglia del solstizio Francesco Baracca venne abbattuto. In un diario di guerra dell’epoca che viene ancora conservato gelosamente Luigi Braga, scriveva della scomparsa di Francesco Baracca, asso dell’aviazione italiana e medaglia d’oro al valor militare.

Cadde nel cielo del Montello il 19 giugno 1918: mentre volava a bassa quota sopra le linee nemiche, venne colpito da una banale pallottola di fucile che bucò il serbatoio della benzina del suo aereo provocandone l’incendio.

Il mese di giugno del 1918 è un mese cruciale per l’esercito ormai stremato dalle logoranti battaglie. Tutto il Regno di Italia segue con trepidazione gli scontri a terra e in cielo sulle rive del Piave, la battaglia del Solstizio era in corso. L’azione aerea italiana non era soltanto un’opera di bombardamento, ma anche di perlustrazione e di ricerca del nemico. In un’azione di queste durante un volo radente, il 19 giugno, Baracca comandante della squadriglia venne colpito a morte. Il suo corpo ustionato in più punti venne ritrovato vicino ai rottami dell’aereo giorni dopo alle pendici del Montello.

I funerali dell’aviatore

Le esequie si svolsero il 26 giugno a Quinto di Treviso, alla presenza di autorità civili e militari, e l’elogio funebre venne pronunciato da Gabriele D’Annunzio, ammiratore del pilota di Lugo. La salma di Baracca verrà poi inumata in una cappella nel cimitero di Lugo.

Baracca francesco
Aereo Francesco Baracca

Francesco Baracca Ferrari

La storia del cavallino rampante

Uno dei più prestigiosi marchi italiani famosi in tutto il mondo conosciuto con il nome di Ferrari sfoggia sulla sua carrozzeria un cavallino rampante. Perché Enzo Ferrari scelse proprio uno dei simboli che rimandano a Francesco Baracca.

Proviamo a spiegarvelo? La memoria storica ci porta indietro nel tempo, dobbiamo tornare all’anno 1910, periodo durante il quale Francesco Baracca frequenta la scuola di cavalleria presso il 2° Reggimento “Piemonte Reale”. Un cavallino rampante argenteo su sfondo rosso con le forme stilizzate ne rappresenta il simbolo araldico.

Il giovane aviere sceglie di usare questo stemma con qualche piccola modifica per rivendicare il suo amore per i cavalli. In realtà nei suoi primi aerei pilotati, non vi è traccia del suo emblema personale, lo troveremo per la prima volta su alcuni velivoli a partire dall’anno 1917. 

In genere sul lato destro della fusoliera trovò spazio questo cavallino rampante che nel frattempo era stato leggermente modificato, nero, che si potesse vedere ancora di più rispetto al colore di fondo del velivolo. 

Il cavallino rampante e le parole “ad maiora”, furono gli elementi che contribuirono a rendere ancora più romantica la figura di Francesco Baracca. Su altri fronti, era successo al tedesco von Richtofen e l’austriaco Brumowscky di diventare figure estremamente popolari, tali da rendere la figura dell’aviatore un valore aggiunto dell’aviazione che lentamente stava volgendo al termine.

Il mito Ferrari

cavallino rampante francesco baracca

Qua comincia la poesia. A Ravenna, il giovane Enzo Ferrari, il 16 giugno 1923  guidando l’Alfa Romeo RL-Targa Florio insieme al suo compagno di avventure Giulio Ramponi, vince il primo Circuito del Savio; in quella sede ha il piacere di incontrare il padre di Francesco, l’ospite d’onore il conte Enrico Baracca. Non era la prima volta, si erano già conosciuti anni precedentemente. 

La storia narra che da quel giorno nacque un profondo legame di amicizia e di stima. Da lì a breve fu organizzato un secondo incontro al quale partecipò anche la madre dell’aviere, la contessa Paolina Biancoli.

Enzo Ferrari lo raccontò anni dopo, per la precisione il 03 luglio 1985:

“Fu ella a dirmi un giorno” – scrive il costruttore di Maranello -: “Ferrari, metta sulle sue macchine il cavallino rampante del mio figliolo. Le porterà fortuna” (…) “Conservo ancora la fotografia di Baracca, con la dedica dei genitori con cui mi affidano l’emblema” – conclude Ferrari – “Il cavallino era ed è rimasto nero; io aggiunsi il fondo giallo canarino che è il colore di Modena”. 

Passò del tempo, per la precisione nove anni, prima di vedere l’effettiva comparsa del cavallino rampante che avvenne il 09 luglio del 1932 alla 24 ore di Spa-Francorchamps in Belgio.

Museo Francesco Baracca

Tutto quello che abbiamo provato a raccontarvi, lo potete trovare presso il Museo Francesco Baracca. A Lugo di Ravenna, all’interno della sua abitazione potrete trovare tantissimi cimeli personali, documenti dell’epoca e il famoso SPAD VII di uno dei principali eroi del primo conflitto bellico.

Museo Francesco Baracca

Se avete intenzione di visitarlo:

Orario invernale (15 settembre – 14 maggio)

Dal martedì alla domenica 10:00 – 12:00 / 16:00 – 18:00

Orario estivo (15 maggio – 14 settembre)

Dal martedì alla domenica 10:00 – 12:00 / 17:00 -19:00

Giorni di chiusura: 1 gennaio, Pasqua, 1 maggio, 25 e 26 dicembre

Biglietti d’ingresso: Intero € 2.50 Ridotto € 1.50

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